Rafael (Oleg) Beltramo - pittore ebraico, sofer stam.

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Pittore, disegnatore, pastellista. Vive e lavora a Torino dal 2019.

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 Nato a Lipetsk in Russia nel 1988. 

Ha iniziato a frequentare la scuola di disegno all'età di 11 anni. Nel 2006 si è trasferito a Mosca per frequentare il VGIK (Università statale cinematografica, specializzazione: disegno artistico), concluso nel 2013. Tra i suoi insegnanti ci sono nomi noti come quelli di V. Braginkiy, A. Dudin, V. Arhipov e A. Tolkachev. 

La sua dissertazione finale basata sul racconto La casa col mezzanino di Cechov è stata accolta positivamente in ambito accademico.

Dal 2015 al 2018 ha insegnato disegno artistico presso la scuola televisiva “San Pietroburgo” di Mosca.

Dal 2015 Rafael è membro dell’Unione dei pittori russi e tuttora partecipa attivamente alle mostre. Le sue opere si contraddistinguono per l’alta qualità, per la composizione armonica e per una nota poetico-artistica.

Rafael disegna prevalentemente con i pastelli e i colori ad olio dipingendo soprattutto paesaggi, mentre ruolo fondamentale nel suo repertorio artistico è dato dai ritratti che evidenziano l’individualità del soggetto rappresentato.

Le opere del pittore sono state pubbicate nei periodici Iskusstvo segodnja e Ars-Longa.

I suoi dipinti sono attualmente esposti nei musei statali (muzej kvartira imeni Cechov di Mosca e istoriko hudohestvenny muzei di Mosca) in Italia in Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara e collezioni private situate in Russia, Italia, Austria, Francia e Israele.

Dal 2018 al 2019 ha studiato per diventare il sofer presso la Sinagoga Corale di Mosca sotto la guida del capo del centro di Sofrut  il rabbino Arie Zilbershtein. Dopo la fine degli studi ha iniziato a lavorare come sofer stam e a scrivere Sifrei Torah.

Nello stesso periodo ha frequentato kolel "Birkat Izhak" ed è stato studente del capo del kolel il rabbino Ben Zion Melamed.

   

Attualmente Rafael vive in Italia a Torino, studia presso la Scuola Rabbinica Margulies-Disegni diretta dal rabbino Alberto Moshé Somekh.

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